Verona – Resoconto e rassegna stampa udienza 07/12/2012

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Visualizza il servizio realizzato da Dodicesimo in Campo: Verona – Udienza 07-12-2012 – Trasferta, requisitoria del PM e richiesta di condanna per i celerini

Prima di tutto gli Amici e -naturalmente- i presenti!- Sebbene non amiamo dare numeri, fare elenchi o speciali classifiche, non possiamo iniziare il nostro resoconto senza ringraziare tutti i cittadini e gli Ultras presenti (chi in rappresentanza di una Curva, chi a titolo personale) a Verona venerdì per sostenere direttamente Paolo, arrivati da tutta Italia e perfino dalla Francia spontaneamente (e questo per noi accresce ulteriormente il valore della loro presenza): Ancona, Bergamo, Bologna (Fortitudo Basket), Cava dei Tirreni, Cesena, Chievo Verona, Fasano, Hellas Verona, Milano (Curva Sud Milan), Parma, Padova, Reggio Emilia, Saint Etienne (Magic Fans – Francia), Sampdoria, Teramo, Trieste, Udine…

Un elenco di certo provvisorio, poiché molto probabilmente, a causa della grande partecipazione e della concentrazione necessaria a seguire ogni passo dell’udienza, abbiamo dimenticato qualcuno. Perdonateci fin da ora per questo.

Vogliamo inoltre ringraziare: l’informazione locale per l’attenzione e lo spazio dedicato a Paolo (in particolare Umberto Gobbi di Radio Onda D’urto e Daniele Bonetti di BresciaOggi, sempre presenti in aula; ma anche Gianpaolo Laffranchi di BresciaOggi/Punto TV e Fabrizio Zanolini di “BS in Gol”/“Giornale di BS”); le Istituzioni bresciane (il Vicesindaco Rolfi e l’Assessore Provinciale Fabio Mandelli) che hanno accolto il nostro appello ed erano quindi presenti a Verona; il Brescia Calcio S.p.A. (o quantomeno le sue buone intenzioni) che, attraverso un suo rappresentante, ha voluto far sentire la sua vicinanza a Paolo (a noi sembrava sincero, quindi risparmiamo le battute, ma ci riserviamo di vedere cosa realmente faranno in futuro per Paolo).

Tutti ormai sanno, ma… – Per ultimo, consentiteci di rivolgere un pensiero sincero -e non certo moraleggiante- a tutti quei gruppi che fino a oggi hanno praticamente ignorato/disertato la battaglia di/per Paolo: per anni l’intero mondo Ultras si è lamentato -giustamente- della pesante repressione, dei processi sommari, della gogna mediatica, del modus operandi dei vari reparti celere provenienti da alcune precise città del nord, delle tante ingiustizie subite in tutti questi anni; e l’ha fatto gridando vendetta e auspicando giustizia, attraverso manifestazioni, cori, striscioni, iniziative trasversali, ecc.

Oggi, attraverso il sacrificio (purtroppo l’ennesimo) di un ragazzo come Paolo, pur avendo la grande occasione di cambiare la storia del nostro contradditorio Paese (quantomeno quella giudiziaria), ci rendiamo però conto che le realtà pronte a sostenere Paolo -naturalmente con i fatti- sono sempre le stesse, tranne poche eccezioni.

E questo nonostante tutti conoscano ormai l’intera dinamica della tragica vicenda di Paolo.

Per chi non l’avesse ancora capito, questa non è solo la battaglia di Paolo e degli Ultras Brescia 1911.

Non è l’occasione di farci grandi e belli, e nemmeno il tentativo di prenderci la rivincita su chi quel giorno a Verona massacrò la nostra gente.

Noi non stiamo cercando vendetta come qualcuno in malafede pensa e spera; noi stiamo cercando Giustizia (in primis per Paolo), ma anche e soprattutto la maniera sicura per evitare che altri ragazzi innocenti finiscano come lui o -peggio ancora- come Federico Aldrovandi, come Gabriele Sandri, come Stefano Cucchi, e come tanti altri forse meno conosciuti, ma sicuramente non meno importanti.

La nostra è una lotta prima di tutto di coscienza (per questo ci appelliamo innanzitutto a chi ha dimostrato in passato di averla).

E dopo tanti anni, dopo tante iniziative, dopo tante battaglie, abbiamo capito che l’unico modo per fermare questo eccidio è costringere di fronte alle proprie responsabilità chi spesso agisce impunemente e con vigliaccheria, andando oltre i propri doveri e disonorando la propria divisa, sicuro oltretutto di poterla fare franca.

Sia chiara una cosa: noi non possiamo permetterci di fallire, e dobbiamo quantomeno provare a vincere questa battaglia, naturalmente nella maniera più intelligente e civile possibile (salvo che ovviamente non ci abbiamo già completamente rincretiniti o istituzionalizzati).

Siamo quasi giunti alla fine del processo, non possiamo mollare proprio ora; al contrario, dobbiamo moltiplicare i nostri sforzi e trasformare le nostre intenzioni in azioni veritiere e decisive.

E a quelli ancora scettici nonostante i traguardi raggiunti (per i meno attenti, solamente l’inizio di questo processo è stato una grandissima vittoria), vorremmo portare ad esempio proprio l’atteggiamento di alcuni celerini indagati e accusati di lesioni gravissime: aggressivi e micidiali durante le cariche quel giorno a Verona; ancora spavaldi durante le prime udienze; tremanti durante l’interrogatorio; spauriti, increduli e sfiniti al termine dell’udienza e dopo aver sentito la richiesta di condanna.

Tanto spaventati da “asserragliarsi” nell’aula del Tribunale fino a quando non ce ne siamo andati, e questo senza che nessuno di noi elargisse alcuna minaccia.

Con ogni probabilità, se questi “uomini” saranno ritenuti colpevoli e quindi condannati, non potranno più alzare un manganello sulla testa di nessun ragazzo/Ultras/cittadino italiano.

E se anche gli aguzzini di Paolo -e tutti gli altri complici- ne uscissero meglio del previsto, di sicuro prima di pestare un altro ragazzo innocente o di aggredire un’intera tifoseria ci penseranno parecchio.

Di certo non sarà il nostro invito alla riflessione a smuovere le ultime coscienze dissociate e ancora refrattarie, soprattutto quelle che si trincerano dietro concetti di comodo o frasi fatte, del tipo: “Non lo abbiamo mai fatto per nessuno…”; “Non possiamo farci niente…”; “È il nostro destino da Ultras…”; “Non si può scardinare il sistema…”; “Io a fianco di quelli non manifesto…”; “È una battaglia persa…”; ecc.

Ma per noi la cosa importante è provarci fino alla fine, per Paolo e per tutte quelle vittime dimenticate da uno Stato distratto.

Se vorrete farlo anche voi, grazie di cuore, anche a nome di Paolo Scaroni.

18-01-2013 Tutti Verona! – In ogni caso la battaglia continua, e il prossimo appuntamento è per il diciotto gennaio 2013, sempre a Verona, sempre presso il Tribunale in Via dello Zappatore (a meno che non cambino l’aula perché incapace di contenere tutti i presenti).

Naturalmente, il nostro prossimo obiettivo -e nostro dovere- è quello di riuscire a coinvolgere ancor più cittadini, bresciani e non, affinché l’udienza del diciotto gennaio abbia una degna e fiera cornice.

Forza Paolo, con te fino alla fine!

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord

Brescia 08/12/2012

 P.S. Per la cronaca, di fronte ad almeno trecento cittadini italiani e francesi, il PM ha chiesto la condanna a otto anni di reclusione per sette poliziotti.

Per Luca Iodice, Antonio Tota, Massimo Coppola, Michele Granieri, Bartolomeo Nemolato, Ivano Pangione e Giuseppe Valente l’imputazione è lesioni gravissime.

Il PM ha invece chiesto la trasmissione degli atti alla procura con le stesse imputazioni per Leonardo Barbierato, un altro poliziotto del reparto di Bologna, fino a venerdì solamente testimone nel processo, ma vicino ai colleghi nel momento del pestaggio di Scaroni.

Trasmissione degli atti anche per Fernando Malfatti, all’epoca vicequestore di Verona, e per Lino Mauli, della Polizia scientifica: per entrambi la motivazione della richiesta é falsa testimonianza.

Ma tutto questo lo saprete già e in ogni caso lo potete leggere sui migliori giornali in circolazione.

Rassegna stampa

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Leggi l’articolo di BresciaOggi: “Ultras a Verona da tutta Italia e dalla Francia…”

Leggi l’articolo di BresciaOggi: “Il PM chiede otto anni…”

Leggi e ascolta il resoconto –con interviste e testimonianze- di Radio Onda D’Urto

Leggi l’articolo con foto di Brescia in Gol

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