Brescia 1911 vs Latina 2014/2015: il resoconto
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Brescia 1911 vs Latina 2014/15 – Resoconto
Cinquanta sfumature di… biancoblù – Non è per niente facile essere tifosi del Brescia, lo sanno tutti ormai.
Non bastassero le sirene di Milano e Torino, infatti, chi nasce in terra bresciana deve scontrarsi perfino con la propria società, vecchia o nuova poco importa.
Una società ormai bolsa, incapace di inquadrare (e soprattutto di risolvere) i reali problemi che attanagliano la Leonessa.
Una società “riciclatasi” in fretta e furia, magari con la complicità di una parte della stampa (ma non solo).
Una società in ogni caso poco credibile (a forza di gridare “al lupo al lupo!” -anche quando del carnivoro non c’è traccia- va a finire che quando il lupo arriva davvero nessuno ci crede più).
Una società evidentemente presuntuosa che, con ogni probabilità, ha creduto veramente di avere risolto tutti i problemi, di avere convinto tutti i tifosi, e di aver messo in piedi uno squadrone, questo molto prima di rendersi conto di quanti errori erano già stati fatti in fase di comunicazione e di “mercato” (allora dov’erano i tanti detrattori che oggi si scagliano con molta, troppa facilità contro Marco Zambelli, Andrea Caracciolo, Alessandro Budel, Michele Arcari, un tempo idoli indiscussi/indiscutibili e ora capro espiatorio ideale per molti, se non per tutti?).
Una società che ignora perfino i semplici -ma decisivi- meccanismi che regolano l’afflusso degli spettatori allo stadio (fra l’altro, in un momento delicato come questo, il giorno della partita il biglietto dovrebbe costare la metà, non il doppio!).
Una società per cui il buon senso evidentemente è un optional e la saggezza una capacità ultraterrena.
Una società che insiste nel farsi male (a confronto, “Cinquanta sfumature di grigio” è una storia convenzionale) con scelte grottesche e irrispettose proprio nei confronti di chi allo stadio continua -nonostante tutto- ad andarci.
Una società che ci ha penalizzato pesantemente, e non solo per un discorso di classifica (certo i punti che ci tolgono fanno male, ma c’è di peggio).
Una società che non è ancora la nostra società, e avanti così non lo sarà mai.
Sei terra e tradizione, unica mia passione…
Una scelta di valore, ma non solo… – Capita spesso che un gruppo Ultras, a un certo punto del campionato o del proprio percorso, debba fare delle scelte… capitali.
Scelte dettate di certo dalla situazione contingente, influenzate però da quei valori, da quei sentimenti, da quella coerenza e -soprattutto- da quella sensibilità che l’hanno caratterizzato nel tempo, e non solo in particolari occasioni.
Scelte che, alla fine di tutto, lo qualificano e lo rendono più o meno degno di rispetto e considerazione.
Abbiamo sempre pensato una cosa: ciò che rende grande un gruppo non sono i numeri, e nemmeno la potenza d’impatto che riesce a esprimere in alcuni frangenti.
La forza di un gruppo la puoi trovare nelle scelte di coscienza che lo stesso ha saputo fare nel corso della storia, soprattutto quando queste scelte hanno pregiudicato il suo stesso percorso, a volte solo perché ritenute dalla massa impopolari o addirittura scomode.
Dopo l’ennesima, pesante sconfitta, maturata in una maniera quantomeno discutibile, ci siamo ritrovati a discutere sul da farsi e, naturalmente, a dover fare una scelta.
Per quanto ci riguarda, è stata fatta ancora una volta una scelta di valori.
Avanti Ultras! Avanti Brescia!
Censura e “censurini” – Ci risiamo. I nostri “amici” di San Polo -lo sappiamo- si divertono con poco, magari facendo pesare il proprio potere (non certo le capacità, evidentemente limitate) sulla testa di chi in questi anni ha perso quasi tutti i propri diritti (non solo allo stadio), in particolare quelli sanciti dalla Costituzione.
Libertà di opinione, di circolazione, e di espressione sono ormai un’utopia per chi ha deciso di indossare, comunque, una sciarpa.
Per non parlare del famigerato articolo 9 che, se applicato secondo regolamento, impedirebbe a migliaia di tifosi/cittadini italiani di entrare in qualsiasi stadio per almeno cinque anni, e questo a prescindere dal proprio casellario giudiziale/certificato carichi pendenti.
Infatti, come abbiamo detto in svariate occasioni, potrebbe bastare una relazione di un qualunque funzionario di turno per far scattare questo meccanismo machiavellico (immaginatevi per un momento chi ha appena scontato una diffida di otto anni, magari senza nemmeno essere stato condannato in un regolare processo, e non possa acquistare il biglietto per altri cinque anni per il “capriccio” succitato; se non è una diffida a vita questa, poco ci manca!).
Per questo sabato scorso non ci siamo stupiti più di tanto quando non è stato fatto entrare lo striscione: “Nuova società, vecchia mentalità? 20 € non s’ha più da fa’!”.
Uno slogan non certo offensivo, minatorio o ricattatorio, “srotolato” dal nostro gruppo per dar voce ai tanti tifosi biancoblù che, per una serie di ragioni (saranno pure cazzi loro se non hanno voluto/potuto fare l’abbonamento o il voucher a inizio stagione!), decidono di recarsi allo stadio il giorno stesso della partita.
Certo fa specie vedere dei funzionari che, non lo dimentichiamo, dovrebbero essere al servizio del cittadino, prendere posizioni così antitetiche e conservatrici, ma tant’è.
Del resto, fa ancora più scalpore -e desta un certo imbarazzo- leggere commenti piuttosto critici (usiamo un eufemismo) nei confronti di questo messaggio scritti da sedicenti tifosi del Brescia che, grazie all’anonimato di una tastiera, dispensano perle di saggezza a destra e a manca.
Va bene tutto, poi però non lamentiamoci se siamo sprofondati così in basso, e a tutti i livelli!
Francamente riflettiamo…
Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord
Brescia 19/03/2015
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