Brescia 1911 vs Spezia 2014/2015: il resoconto

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Giusto per evitare ogni tipo di speculazione, una piccola precisazione: questo resoconto è stato scritto domenica 14 dicembre, ma, per una serie di ragioni private e personali, è pubblicato solo oggi.

I concetti espressi si rivolgono a una situazione generale, non tanto a singoli episodi accaduti in queste ultime ore. Una situazione piuttosto rovinosa e per noi imbarazzante che ci obbliga a fare l’ennesima riflessione, con l’atavica speranza che possa servire a qualcosa, se non altro a risvegliare certe coscienze.

Quindi, per qualsiasi cosa (critiche, consigli, insulti, minacce, condivisioni), metteteci la faccia e chiamateci di persona.  

Brescia 1911 vs Spezia 2014/15 – Resoconto

Siamo sempre al tuo fianco! – Certo, dopo la settimana passata, oggi non era facile entrare e tifare per la Leonessa; se poi si considera che siamo andati sotto alla prima vera azione degli avversari, che in tutta la partita ci sono state pochissime emozioni favorevoli, che ha piovuto a dirotto e incessantemente, anche il tifoso più cauto potrà capire l’impegno servito a fare ciò che sappiamo far meglio: sostenere i nostri colori.

Sicuramente, mai come oggi la tentazione di restarcene fuori (o di andarcene a un certo punto della gara) avrebbe potuto prevalere.

Questa estate però, nonostante (o forse proprio per questo) l’evidente presa per il culo espressa a più livelli, c’eravamo ripromessi di sostenere i biancoblù fino alla fine e a prescindere da risultati e classifica.

Per questo abbiamo deciso di entrare e -soprattutto- di tifare per la Maglia e per chi ancora se lo merita (restarcene fuori o, peggio ancora, entrare contestando ci pare non abbia senso, nemmeno dopo questa amara sconfitta).

Non sappiamo quanto ancora potremo reggere questa situazione paradossale e logorante, ma fino allora resisteremo a ogni tentazione “disfattista”.

Avanti Brescia, con te fino alla fine!

Chi visse sperando… – Come sospettavamo, come denunciavamo in tempi non sospetti, non è cambiato proprio nulla.

Al contrario, come era facile prevedere, la situazione sta precipitando velocemente fra l’impotenza dei più e lo sconcerto di chi magari quest’estate ha seguito certe sirene.

Fuori e dentro la società oggi regna una sola cosa: la confusione, e questo sebbene la via da seguire sia lì sotto gli occhi di tutti (scusateci se insistiamo).

Tuttavia, ergersi oggi a paladini di ciò che -ahinoi- non esiste più, oltre ad avere poco senso espone -chi lo fa- al ridicolo.

Certo, se tutti si assumessero le proprie responsabilità (e sarebbero in tanti a doverlo fare), forse non si risolverebbe comunque il problema, ma se non altro si potrebbero ristabilire un po’ di giudizio, di verità e di giustizia, restituendo alla tifoseria alcuni punti di riferimento validi, trasparenti e soprattutto disinteressati, mai come oggi indispensabili per ripartire con forza e chiarezza.

Non sappiamo voi, ma come dicevamo già a luglio di quest’anno, fatichiamo a credere che chi ci ha rovinato negli ultimi dieci/quindici anni spedendo il Brescia all’inferno possa oggi salvarci, oppure solamente indicarci la via da seguire.

Oltretutto, la cosa peggiore non è dovuta al fatto di constatare che tutti i nostri timori si siano rivelati esatti, ma piuttosto che ancora nessuno sappia (o ci voglia dire) di che morte dovremo morire e per quanto ancora saremo costretti a patire.

Sempre col Brescia, ma sempre contro la famiglia C. e tutti i suoi eredi!

Cara S. Lucia: cacciali tutti via! – Chi quest’estate pensava che nei campionati precedenti si fosse toccato il fondo più profondo, oggi forse si accorge di quanto si stia ancora scavando verso il basso.

Chi quest’estate pensava che ci fosse stata finalmente una svolta in questa società grottesca gestita, oltretutto, da una banca ancor più ridicola, e per questo magari ha perfino festeggiato, oggi forse si accorge di quanto siano peggiorate le cose, al di là dei facili proclami e degli inviti stucchevoli ad abbonarsi in massa fatti da un noto commercialista.

Chi quest’estate pensava che -alla fine- la famiglia C. fosse stata estromessa definitivamente dalla sala di comando, oggi forse si accorge di quanto il nostro destino sia in balia non solo degli eventi, ma anche dei soliti noti.

Chi quest’estate cantava: “Vittoria!”, accusandoci magari di disfattismo e pessimismo, oggi forse farebbe meglio a farsi un esame di coscienza, ponendosi -magari- qualche doverosa domanda (senza rancore e nell’interesse della Leonessa, naturalmente).

Chi quest’estate ha sputato sentenze varie dall’alto di un palco improvvisato sul quale -fra l’altro- si sono ritrovati il peggio della nostra città/società (per quanto ci riguarda salviamo solo Omar Pedrini, parte dei giocatori e -ovviamente- i tifosi ingannati dalla propaganda e ignari di quanto in realtà stesse accadendo), dimenticandosi abilmente di essere stato al fianco del despota di Ospitaletto per anni, dovrebbe vergognarsi e chiedere umilmente perdono;

Chi, sempre quest’estate, ha finanche provato a “suggerire” la retta via, parlando/scrivendo addirittura di occasione persa per chi si è rifiutato di apparire/applaudire una classe dirigente e politica infame e fallimentare, dovrebbe avere il coraggio di andare a spazzare il mare, proprio come suggeriva un noto giornalista bresciano (purtroppo scomparso) che forse non era perfetto, e per questo ci abbiamo discusso spesso, ma di certo sapeva cosa fosse la dignità.

Chi sta ancora aspettando un imprenditore magnanimo e salvifico, si metta -con tutto il rispetto- il cuore in pace e cominci a darsi da fare.

Lo ripeteremo fino alla morte:

-la salvezza del Brescia Calcio (inteso sempre come patrimonio di tutti i tifosi e non di pochi, inutili, miseri personaggi) e in particolare il suo futuro passano dalle mani dei propri tifosi, non da altre, e attendere che qualcuno stacchi la spina definitivamente per fare finalmente qualcosa di più concreto, ci sembra un atto di masochismo o -perlomeno- di indolenza estrema;

-l’ipotesi fallimento era già concreta l’anno scorso (per la verità, noi lo denunciamo -fra fischi e fiaschi- almeno dal 2010); e ancor prima che questa estate iniziasse la propaganda legata alla campagna abbonamenti, il rischio era diventato non solo evidente, ma anche abbastanza noto, quantomeno agli “addetti ai lavori” (per questo ci sembra ancor più squallida la propaganda suddetta messa in essere da società e da una parte della stampa);

-ancora oggi, nonostante l’evidenza, molti continuano a negare o, peggio ancora, ignorare questa “soluzione” finale.

Noi no!

Come già detto, da tempo abbiamo preso coscienza di quanto alla fine accadrà alla nostra storia, e per questo ci siamo perfino permessi di suggerire varie strade alternative (in pochi le hanno ascoltate, e questi sono i risultati), anche perché il fallimento di una società gloriosa come la nostra non può essere considerato una soluzione accettabile, sia da un punto di vista morale, sia da un punto di vista esclusivo dei tanti piccoli, medi creditori che hanno avuto la sfortuna di lavorare per questa società sleale e spesso sovrastimata (poiché si è resa complice fino alla fine della famiglia C., per la banca vale il concetto opposto).

Il fallimento pilotato, controllato o come dir si voglia, può essere al più un palliativo e, fondamentalmente, un’opportunità per molti avvoltoi pronti ad accaparrarsi l’intero patrimonio del Brescia a pochi euro.

Per questo, lontani da tutto e tutti, nelle prossime settimane proveremo a rilanciare la nostra proposta, con la speranza (sì, lo sappiamo, chi visse sperando…) che anche altri tifosi/Ultras/cittadini/politici accolgano il nostro “appello”.

Azionariato popolare: cos’altro aspettare?

Iaconi sì, Iaconi no, la terra dei cachi… – Come tutti sanno, non ci è mai piaciuto salire sul carro dei vincitori, e nemmeno sparare sulla Croce Rossa. Per questo ci limiteremo a ribadire quanto già detto in passato riguardo all’allenatore del Brescia: andava sostituito alla fine della scorsa stagione o -al più tardi- dopo alcune partite del nuovo campionato (insieme con lui dovevano essere cacciati anche altri dirigenti, naturalmente).

Del resto, già l’anno scorso era stato duramente contestato dal resto della tifoseria (legittimamente, sia chiaro) e per questo l’ambiente non era più favorevole a garantire una certa continuità.

Purtroppo però siamo a Brescia, terra dei cachi, dove a gestire una società calcistica c’è un commercialista, oltretutto uomo da sempre fedele allo stesso potere che ci ha ridotto in questo stato.

Siamo alla frutta, lo abbiamo già detto, ma far peggio è ancora possibile, quindi, onestamente, riflettiamo…

Avanti Ultras!

Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord

Brescia 14/12/2014

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