Comunicato: “No future for you!”
Solo Brescia
“No future for you!”
1) Per un gruppo Ultras che va allo stadio oggi: quali sono le problematiche che considerate più serie?
Oltre a quelle anticostituzionali e di carattere repressivo, che il mondo Ultras ha sempre denunciato (il DASPO sopra di tutto), le dinamiche che paghiamo maggiormente sono quelle discriminatorie e ostative, come ad esempio quelle legate alla tessera del tifoso, che ha mostrato il suo vero volto e le sue indubbie finalità fin da subito, sebbene la maggior parte dei gruppi stia comprendendo solo adesso la sua portata e il suo intento.
Speriamo almeno che questo serva a rilanciare la discussione, anche perché molti giovani che oggi si approcciano al nostro mondo nemmeno si pongono il problema della tessera (e questo è l’ennesimo paradosso, visto che tutte le nostre battaglie sono state concepite con l’intento di restituire un movimento più dignitoso e libero proprio ai ragazzi più giovani!), se non quando ovviamente gli è vietata la trasferta del secolo.
Di fatto, più della repressione cieca tipica ormai del calcio moderno, la tessera del tifoso è lo strumento che ci ha danneggiato maggiormente, soprattutto se si considera che nella nostra città siamo stati gli unici a combatterla fermamente fin dall’inizio.
Una tifoseria, infatti, può rinunciare per assurdo alle bandiere, ai tamburi, alle coreografie, perfino agli striscioni, ma difficilmente può continuare ad esprimere la propria Mentalità, e ad esercitare un certo richiamo sulle nuove generazioni, se è costretta a rinunciare alle trasferte, momento topico per la crescita e la continuità di un gruppo Ultras (come tutti sanno, poi, se non c’è ricambio generazionale non esiste futuro, almeno nel nostro mondo).
Questo però non può essere un buon motivo per fare la tessera, sia chiaro.
Se una cosa è sbagliata e nociva, infatti, non si dovrebbe fare, stop!
Piuttosto bisognerebbe combatterla, qualsiasi conseguenza abbia una scelta simile.
Per questo, dopo 15/16 anni di tessera del tifoso, il fatto di essere ancora in piedi, di essere ancora propositivi/combattivi, di essere ancora decisivi, soprattutto in alcune situazioni, ha qualcosa di miracoloso, soprattutto per un gruppo come il nostro che rappresenta una “piccola” parte della tifoseria.
Detto questo, sul nostro mondo si sta allungando un’altra ombra preoccupante, che potrebbe essere ancora più devastante, soprattutto se non sarà contrastata in maniera efficace e unitaria (e non solo a livello giuridico).
Parliamo del DASPO fuori contesto, che sembra essere la nuova moda; un altro pericoloso giochino in mano alle Questure italiane (l’argomento è stato ripreso e spiegato molto bene dall’avvocato Lorenzo Contucci durante l’ultima trasmissione di Dodicesimo in Campo).
2) Per i tifosi “normali” che vanno allo stadio oggi: secondo voi, quali sono le problematiche più serie che incontrano?
Sicuramente sono le decisioni arbitrarie -e sempre più spesso assurde- dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (e di tutti quegli organi/elementi incaricati di decidere divieti e limitazioni), che negli ultimi tempi stanno mettendo a dura prova la pazienza e la passione di migliaia di tifosi.
Certo noi partiamo sempre dal concetto che la trasferta deve essere libera per tutti, stop!
In ogni categoria, però, si potrebbero fare centinaia di esempi rispetto a decisioni -quantomeno discutibili- che vanno ad incidere negativamente sull’atmosfera di certi match e sull’umore -appunto- di tanti tifosi.
Divieti che vanno dai Derby più sentiti (tipo Brescia vs Atalanta), ai gemellaggi storici (tipo Brescia vs Cesena).
Del resto, esattamente come le varie Questure italiane, oltre a mostrare un’ignoranza e un’incompetenza senza precedenti, che da sole potrebbero spiegare molte delle decisioni più ambigue, l’Osservatorio può esercitare un potere discrezionale molto ampio.
Per non parlare delle antipatie/simpatie nei riguardi di alcuni capoluoghi.
In ogni caso, tutto ciò avviene perché la sua natura è di carattere politico/poliziesco, quindi punitivo, non certo preventivo.
Infine, andrebbe analizzata la scelta dello Stato italiano di rinunciare a organizzare servizi d’ordine utili a far disputare ogni incontro, come del resto accadeva in passato, quando la violenza e le rivalità erano di certo più accese.
Un altro argomento decisivo è senz’altro quello che riguarda il caro prezzi.
Nonostante la crisi del calcio italiano, e soprattutto nonostante la crisi politico/economica dei nostri Governi, che ha prodotto un’inflazione debordante, i biglietti sono aumentati considerevolmente, al di là dei risultati e delle categorie.
Bisogna ammettere che dopo il Covid c’è stato un certo ritorno di fiamma, e sembra che alcuni stadi -per diversi motivi- si siano riempiti come negli anni novanta (sempre che non ci stiano ingannando con dati sull’affluenza dopati ad arte, naturalmente), e questo nonostante il prezzo del biglietto.
Si tratta però di un’altra illusione.
Gli impianti sono destinati infatti a svuotarsi nuovamente, e le televisioni perderanno molti dei propri abbonati esattamente come sta accadendo in Francia.
3) Poteste decidere: quali sono i primi cambianti che mettereste in atto in ambito stadio?
Innanzitutto, il vero cambiamento dovrebbe partire proprio da quelle tifoserie che si sono tesserate “convintamente”, pensando magari di poter esercitare il proprio ruolo in maniera libera, e questo a prescindere dai divieti, che all’inizio hanno punito soltanto i tifosi non tesserati (in realtà, vista la caratteristica discriminatoria della tessera, che divide -almeno sulla carta- i tifosi “buoni” da quelli “cattivi”, questo strumento non avrebbe dovuto prendere piede in alcun modo, soprattutto all’interno del mondo Ultras; ma tant’è…).
Immaginate il potere dirompente di una “inversione” di questo tipo, soprattutto se portata da una tifoseria “acclamata” a livello mediatico e di opinione pubblica…
Francamente, però, in questo momento non vediamo nessuno così lungimirante e coraggioso in grado di fare una svolta simile (naturalmente speriamo di essere smentiti al più presto, anche perché il tempo per noi è quasi scaduto).
Inoltre, nell’interesse di tutto il calcio italiano, e non solo dei gruppi Ultras, sarebbe bello che si potesse tornare a tifare liberamente come negli anni ’80 e ’90, quando l’atmosfera allo stadio era unica e irrinunciabile.
Stiamo parlando di un tifo magari meno “disciplinato” e più spontaneo, ma comunque coinvolgente, appassionato ed esemplare (non a caso ripreso dalle maggiori tifoserie europee).
4. Provate a immaginare lo stadio nel 2030, in maniera ottimistica, e datecene una breve descrizione…
Siamo ottimisti di natura.
Allo stesso tempo siamo realisti, quindi, a meno che non ci sia una svolta clamorosa come suddetto, per il nostro mondo si confermerà il refrain dei Sex Pistols nella canzone: “God Save the Queen”.
Avanti sempre! Avanti Ultras!
Ultras Brescia 1911
Brescia 04/03/2025



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