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Comunicato: “Grazie presidente!”

Solo Brescia

Brescia 1911 vs Catanzaro

Grazie Presidente!

Non per il risultato, e nemmeno per la categoria; bensì per averci fatto vivere un’altra emozionante trasferta.

Per noi non tesserati, infatti, le trasferte sono sempre qualcosa di straordinario, e hanno il valore di una conquista, oltre che di una liberazione.

Per questo, ogni volta che ce ne aprono una ci entusiasmiamo.

E sabato, col Catanzaro, sembrava proprio di giocare in trasferta!

Nonostante i divieti machiavellici disposti dall’Osservatorio, dopo avere riempito il settore ospiti, i tifosi giallorossi hanno difatti occupato quasi tutti i settori del Rigamonti.

Peccato però che da Catanzaro non sia potuto venire nessuno (e questo la dice lunga sulla situazione attuale, che meriterebbe un approccio molto diverso da parte dei gruppi organizzati di tutta Italia; questa però è un’altra storia).

Solo l’amicizia che lega ormai da anni le due città ha fatto sì che non ci fossero momenti di tensione (in realtà, la tifoseria giallorossa aveva già dimostrato tutto il suo rispetto già durante la partita giocata a Catanzaro).

Ciò non toglie che la vista di così tanti tifosi ospiti sparsi in tutto lo stadio di Mompiano ha fatto sputare bile a molti (non ce ne vogliano i tifosi giallorossi, che hanno semplicemente fatto valere un loro sacrosanto diritto).

Sia chiaro: la rabbia non nasce per la presenza massiccia di catanzaresi in settori diversi da quelli destinati solitamente ai tifosi ospiti, ma piuttosto per l’apatia, la superficialità, e l’incompetenza di una società come la nostra, che mai come per questa partita si è dimostrata per quello che è: irrispettosa, inesistente, e in particolar modo lontana dalla realtà. Lontana soprattutto dalla nostra Mentalità.

Ancora una volta (era già successo in più di un’occasione in Serie A, sebbene la forte affluenza dei tifosi bresciani in quei frangenti avesse “mitigato” la presenza “straniera”) lo stadio Rigamonti è diventato terra di conquista da parte della tifoseria ospite, e questo non solo per l’attaccamento alla Maglia dei tifosi giallorossi residenti per lo più al Nord (attaccamento agevolato ovviamente dall’amicizia succitata), ma piuttosto per una politica societaria inspiegabile che -di fatto- in questi anni ha allontanato in maniera inesorabile migliaia di tifosi biancoblù.

E tutto ciò nonostante gli appelli e la propaganda stucchevole della stampa bresciana, imboccata quotidianamente dalla società (che fine ha fatto il giornalismo d’inchiesta? Soprattutto: che fine ha fatto il giornalismo?).

Per capire l’attuale situazione basterebbe guardare la media spettatori di quest’anno, al netto ovviamente di tifosi ospiti e abbonati, questi ultimi -evidentemente- sempre più spesso “latitanti”.

È sempre brutto -e spesso inopportuno- fare confronti col passato, ma per quanto ci riguarda, a memoria d’Ultras 1911 non era mai capitato di vivere una situazione così… paradossale, per usare un eufemismo.

Grazie quindi presidente, per farci giocare così spesso in trasferta, e si ricordi sempre: chi semina vento…

A testa alta… Avanti Ultras!

Ultras Brescia 1911

Brescia 18/03/2024

P.S. Un capitolo a parte meriterebbe la trasferta vietata/aperta/vietata ai tifosi giallorossi residenti a Catanzaro.

A questo punto della storia, però, sarebbe come sprecare il nostro tempo, visto che dopo tanti anni di battaglie (fatte negli interessi di tutto il mondo Ultras), e nonostante i fatti -purtroppo- ci stiano dando ampiamente ragione, in pochi hanno raccolto il nostro invito a ribellarsi e a combattere -non solo a parole- il sistema…

Finché vivrò… combatterò… No alla tessera!


Comunicato: “Time to go Massimo!” 

Time to go Massimo!”*Cellino Stadium? Anche no!

Periodicamente, i tifosi del Brescia si ritrovano a doversi esprimere su vicende tanto scabrose quanto opinabili, che spesso determinano il futuro sportivo e sociale della tifoseria, e questo sebbene non siano quasi mai interpellati per tempo.

È successo tanti anni fa con la vecchia società (solo per fare un esempio), quando -grazie anche alla complicità degli organi di stampa- il Brescia Calcio cercò di spacciare la costruzione di un nuovo stadio di proprietà come:

  1. panacea di tutti i mali;
  2. fucina indispensabile per forgiare nuovi campioni; 
  3. “condicio sine qua non” per fare calcio a un certo livello;
  4. servizio indispensabile per i tifosi biancoblù.

Quasi che il “vil cemento” avesse il potere di trasformare una società mediocre come quella di allora (oppure di oggi) in una super potenza calcistica.  

Fu quella un’operazione che si rivelò poi una mera speculazione edilizia; difatti, lo stadio serviva solo come specchietto per le allodole.

Alla fine, tutti furono costretti ad ammetterlo.

D’altronde, fummo noi -e pochi altri- a cercare di ostacolare questo progetto abnorme, e lo facemmo in maniera cosciente, coerente e sincera. 

Le nostre proteste riuscirono quindi a rallentare il processo di realizzazione, fino a quando la società incaricata di costruire il nuovo stadio fallì miseramente, e non certo per colpa nostra!

Allora erano in tanti a sostenere questo progetto faraonico (e probabilmente qualcuno lo rimpiange ancora, sigh!).

Oggi, al contrario, considerata la contestazione a tutto campo nei confronti della società biancoblù (o biancoazzurra, come amano definirsi in seno al Brescia Calcio), molti più tifosi dovrebbero osteggiare l’acquisto dello stadio Rigamonti da parte di Cellino (attenzione però alle mistificazioni giornalistiche e alle strumentalizzazioni propagandistiche!).

Anche perché si tratta di equazioni elementari: 

  1. se Cellino acquista il Rigamonti non se ne andrà più fino al termine della sua “esperienza” terrena, che gli auguriamo sia ancora lunga e -finalmente- serena (ma senza la nostra Maglia e il nostro stadio!, sia chiaro);
  2. se vogliamo che Cellino se ne vada al più presto, secondo logica non dovremmo permettergli di acquistare un bene sociale come il Rigamonti, che nelle sue mani diventerebbe un’altra speculazione garantita.

Inoltre, lasciateci avanzare alcune considerazioni che dovrebbero far riflettere molti, se non tutti:

  1. ci siamo forse già dimenticati la ristrutturazione approssimativa e inadeguata (per usare un eufemismo) del Rigamonti di qualche anno fa da parte di Cellino?; 
  2. ci siamo forse già dimenticati della Curva Sud tuttora inagibile?;
  3. ci siamo forse già dimenticati la “gestione” del centro sportivo di Torbole, che doveva essere un valore aggiunto per la società? Quando si parla di società si dovrebbe intendere la Maglia, e non la famiglia del Presidente! 
  4. ci siamo forse già dimenticati la “gestione” tragicomica dell’IS Arena, stadio allestito da Cellino alla bell’e meglio in Sardegna? La galera non l’abbiamo mai augurata a nessuno, anzi, in tempi non sospetti abbiamo pure espresso la nostra solidarietà all’attuale amministratore del Brescia; tuttavia, “Dio ce ne scampi e liberi!”;
  5. ci siamo già dimenticati della “gestione” del Leeds e della rivolta popolare dei suoi tifosi?
  6. ci siamo già dimenticati di chi stiamo parlando

Davvero si vuole legare ulteriormente la storia centenaria della nostra Maglia a Cellino?

Davvero vogliamo concedere questa ennesima opportunità al personaggio suddetto?

Non siamo degli illusi, e sappiamo già da tempo che gli stadi di proprietà e la “Super Lega” sono le nuove frontiere del calcio moderno.

Questo però non significa che tutto ciò sia accettabile, soprattutto da parte degli Ultras (potremmo capire un tifoso… distratto, ma comunque fino a un certo punto).

Per non parlare di chi sta perfino incoraggiando la Giunta del Comune di Brescia a vendere la nostra seconda casa a un “bandito” conclamato, che ha trasformato la lucidità e la coerenza nelle sue più acerrime nemiche, e considera il Brescia Calcio come un giocattolo personale.

Fra l’altro, la trattativa è stata imbastita quasi di nascosto (l’abbiamo saputo per sbaglio e tramite i social; fate voi…).

Questa naturalmente è l’umilissima opinione di un “piccolo” gruppo come il nostro.

Il fatto che in questo momento i 1911 manchino di “numeri” eclatanti, però, non significa che siano in errore o che debbano stare in silenzio; piuttosto: finché potremo, combatteremo!

Col tempo -e con una certa sorpresa, abbiamo imparato a spese di tutti quanto il nostro pensiero spesso sia stato poco apprezzato e –purtroppo– anche poco seguito (non certo perché inaudito, visto che finora le abbiamo indovinate tutte!), e questo sebbene sia sempre stato espresso negli interessi della Maglia e della tifoseria, senza alcuna dietrologia.

Forse perché dissente quasi sempre dalle indicazioni dei potenti di turno.

Oppure perché -da un punto di vista economico- è totalmente distaccato, essendo alimentato “semplicemente” da una passione viscerale, dal rispetto per la storia della Leonessa, e da un attaccamento ai colori sociali, più che al Presidente di turno…

Del resto, ci sentiamo ancora profondamente Ultras, quindi è “facile” per noi andare contro il sistema e chi lo governa in maniera cinica e perversa; come del resto è naturale “denunciare” le storture e le ingiustizie!

In particolare, secondo noi è doveroso prendere una posizione ufficiale su questioni così delicate, così da non destare sospetti e non prestare il fianco a strumentalizzazioni di sorta.

Per qualcun altro forse tutto ciò potrebbe sembrare difficile, ma ci auguriamo -ancora una volta- che a prevalere siano l’amore per la Maglia biancoblù e il rispetto per la nostra storia, e non le velleitarie ambizioni di tifosi un po’ troppo… superficiali.

Avanti Ultras sempre! 

Ultras Brescia 1911 

Brescia 09/01/2024

* “Time to go Massimo!” è una citazione dei tifosi del Leeds che hanno letteralmente cacciato Cellino dall’Inghilterra 


“Brescia 1911 vs Ascoli” – Il comunicato post partita

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Brescia 1911 vs Ascoli

“Almeno noi…non ci avrete mai come volete voi!”

Dopo due partite a porte chiuse; dopo avere rotto il ghiaccio con lo Spezia; dopo avere ribadito le nostre posizioni rispetto a questa società di ciarlatani e al loro presidente, che deve andarsene al più presto, senza se e senza ma; finalmente si ritorna al Rigamonti carichi di entusiasmo e con le migliori intenzioni.

Una piccola parentesi: solo il giorno prima veniamo a conoscenza del fatto che gli Ultras ascolani non saranno presenti perché la trasferta è stata vietata ai non tesserati; l’avessimo saputo prima, probabilmente avremmo preso in considerazione la possibilità di “saltare” questo evento, nonostante per noi fosse carico di forte attesa (il rientro di due ragazzi del gruppo dopo tanti anni era già di per sé un motivo di grande fervore; inoltre, sugli spalti con noi ci sarebbe stato per la prima volta il papà di Alessandro “Sella”).  

Alla fine si decide di entrare.

Sappiamo già che gli sbirri ai cancelli non ci faranno sconti; l’inutile spareggio col Cosenza, e soprattutto gli strascichi che ha lasciato il post partita, hanno dimostrato tutti i limiti di uno Stato incapace di prevenire e bravissimo a reprimere, ricattare e minacciare.

Per questo ci “limitiamo” a portare gli stendardi del gruppo, il bandierone di Sella, e lo striscione: “Prima di tutto gli Amici”, tutto rigorosamente non autorizzato.

Quando varchiamo il primo cancello, però, ci fanno capire subito che aria tira.

Già la presenza di una quindicina di agenti DIGOS non è di buon auspicio, inoltre troviamo ad accoglierci una quarantina di carabinieri presenti esplicitamente per noi (per la cronaca, tra chi doveva ancora arrivare a causa dell’orario infame, e chi era rimasto fuori per fare la bancarella di autofinanziamento, al momento dell’ingresso eravamo una quarantina di ragazzi; non certo un esercito, quindi).

Subito ci vogliono perquisire minutamente, ancor prima di varcare i tornelli.

Al nostro deciso rifiuto (siamo stanchi di farci discriminare; per questo c’è già la tessera, l’Art.9, e tutti le altre macchinazioni del calcio moderno), gli sbirri “riflettono”, e alla fine si spostano posizionandosi al di là dei tornelli -come accade in ogni settore/stadio- per attenderci smaniosi.

Stendiamo un velo pietoso sulle provocazioni, le battutine, e la soddisfazioni di alcuni sbirri, “degna” incarnazione di un potere antidemocratico e sfacciato, sempre più libero di agire indisturbato, e arriviamo al dunque.

In poche parole scopriamo che il regolamento d’uso dello stadio è stato modificato in maniera tale che anche i classici stendardi da 150 x 150 cm non possano più entrare, a meno che -ovviamente- non siano convalidati.

In realtà, poi veniamo a sapere che il divieto si estende anche ad alcuni stendardi già autorizzati in passato (ovviamente non i nostri), ma diventati improvvisamente poco graditi alla Questura locale; di questo però ne dovrebbero parlare altri, non noi.

Il disegno è chiaro: considerato che non abbiamo mai accettato imposizioni di sorta, e visto che da tempo immemore non portiamo più lo striscione del gruppo proprio per non sottostare ai loro cervellotici progetti, non sapendo come colpirci e ricattarci hanno pensato bene di aggredirci sull’unica cosa che ancora ci rappresenta materialmente allo stadio: lo stendardo del gruppo e lo stendardo dedicato a Sella (per chi non lo sapesse, Alessandro è un Ultras del gruppo scomparso in un tragico incidente in montagna).

A nulla valgono le nostre riflessioni, e ogni loro motivazione è una presa per il c… (si arriva perfino a mettere in discussione i colori dello stendardo, che secondo loro non sono quelli del Brescia!, sigh).

Alla fine, grazie anche all’interessamento di un giornalista di Radio Onda d’Urto, presente ieri sugli spalti, l’arroganza degli sbirri non prevarica le nostre ragioni.

Purtroppo, però, non c’è nulla da fare: ce l’avevano promessa, e la vogliono mantenere (del resto, avete mai visto un rappresentante delle Istituzioni ammettere di avere torto e fare per questo un passo indietro? Loro sono onniscienti/onnipotenti, oltretutto per decreto!).

L’unica apertura è verso lo stendardo dedicato a Sella.

Evidentemente, la presenza del padre gli impedisce di infierire fino in fondo (in realtà, ci dicono espressamente di sceglierne uno tra i due che abbiamo portato; evidentemente qualcuno fra loro è un fan di Meryl Streep).

Sono però proprio gli amici più stretti di Sella -insieme al padre- a chiederci di non sottostare a questo ennesimo ricatto.

Per questo motivo decidiamo di entrare, fare tre cori precisi (uno ovviamente per Sella; l’altro per gli Ultras assenti/presenti; e l’ultimo per Cellino), per poi lasciare il nostro stadio definitivamente.

Una situazione grottesca, peggiorata dal fatto che per dimostrarsi -quantomeno- imparziali, gli sbirri cominciano a sequestrare bandiere -a destra e a manca- anche ai tifosi “normali”.

Ne fanno le spese perfino dei bambini accompagnati da un incredulo padre, che si vede sequestrare le bandierine comprate poco prima, evidentemente molto pericolose nelle mani di questi piccoli tifosi del Brescia (ovviamente, tutto ciò cessa nel momento stesso in cui ci allontaniamo dalla zona di “filtraggio”, a dimostrazione che certe malsane attenzioni erano state concepite per noi e per nessun altro).

Sempre per la cronaca: a nulla vale l’intervento del nuovo SLO (figura che da quando è stata istituita vediamo per la prima volta in gradinata), anche lui impotente di fronte a tanta tracotanza.

Detto tutto ciò, sappiamo molto bene che la nostra scelta di abbandonare lo stadio non scatenerà alcuno stato di indignazione, soprattutto a Brescia (troppo alto ormai il livello di assuefazione generale), e in particolare tra la stampa locale, troppo presa dal risultato e dal farsi benvolere da Cellino.

Potrebbe però riuscire a far capire a qualcuno che la Dignità e la Ragione, proprio come l’Amicizia e la Libertà, sono valori/condizioni da difendere in ogni momento e in ogni occasione, pena la prevaricazione di uno Stato sempre più autoritario e discriminatorio, sia allo stadio, sia nella società di tutti i giorni (del resto, ciò che viene testato su di noi poi viene “esportato” ovunque).

Ci auguriamo pertanto che anche altri gruppi Ultras (oltre naturalmente a tutti quelli che si sono sempre distinti per le loro battaglie) comincino a far valere le proprie ragioni con i fatti, e non solo a parole o attraverso comunicati e slogan tanto vuoti quanto inutili.

Del resto, come dimostrato: la repressione fa male a tutti…

Avanti Ultras sempre!

Ultras Brescia 1911

Brescia 01/10/2023


Comunicato: “Il lupo perde il pelo… ma non il vizio…”

Solo Brescia

Brescia 1911 vs Cosenza

“Il lupo perde il pelo… ma non il vizio…”

…sinceramente, però, siamo rimasti un’altra volta spiazzati da questa società tanto maldestra quanto miope.

Infatti, dopo le ultime due decisive partite “giocate” con prezzi popolari in tutti i settori e per tutti i tifosi, scelta che ha di fatto riavvicinato anche i tifosi più tiepidi alla Maglia (non certo alla società), e ha contribuito a generare due risultati molto importanti ai fini della classifica, si ritorna all’antico, con prezzi da… campionato.

Per la partita casalinga col Cosenza si pagherà di fatti il biglietto “pieno”, senza alcun incentivo per i tifosi.

A dir la verità gli sconti sono stati fatti, ma solo per chi ha voluto/potuto fare l’abbonamento a inizio stagione; per la cronaca si parla di circa quattromila tifosi, dati come sempre ufficiosi.

Quindi, se si considerano le diecimila presenze durante le due ultime determinanti partite di campionato, la maggior parte dei tifosi è stata esclusa dalla “promozione” suddetta, e questo a prescindere dal fatto che molti di questi tifosi “non abbonati” ci siano sempre stati -pagando oltretutto un biglietto pieno, oppure che abbiano disertato il Rigamonti per gran parte del campionato (come del resto hanno fatto diversi fidelizzati al Brescia FC, basti vedere alcune partite in cui tutti i settori erano desolatamente vuoti). 

Con questo non vogliamo certo puntare il dito sugli abbonati, che meritano sicuramente rispetto, e ai quali, secondo noi, avrebbero dovuto concedere anche un diritto di prelazione valido per qualche giorno.

Il dito semmai lo puntiamo sulla società, che ancora una volta ha perso un’occasione.

Fra l’altro, questa scelta discriminatoria, almeno dal nostro punto di vista, dimostra che i disastri di quest’anno non sono stati amplificati -come sostiene qualcuno- dalla cattiva sorte o da chi -come noi- non ha mai visto Cellino come il salvatore della Patria.

Al contrario, certifica che sono stati il frutto di una pessima gestione societaria e di una certa “insensibilità” nei confronti di chi ha fatto scelte diverse dal resto della tifoseria.

Per fare un banale esempio della provocatoria indifferenza celliniana, ricordiamo a tutti una cosa: da quando è arrivato Cellino, chi non si è tesserato non può fare l’abbonamento!, che è ancora incomprensibilmente -e diabolicamente- legato alla famigerata tessera del tifoso.

Un altro esempio: in serie A, chi non era tesserato non poteva accedere al settore popolare di Curva Sud (ovviamente questo prima che decidessero di chiuderlo inspiegabilmente e in maniera definitiva). 

Forse, il “nostro” presidente avrebbe dovuto prendere esempio proprio dalla società cosentina, che a differenza di Cellino ha fatto prezzi popolari per tutti, senza distinzione (sempre per la cronaca, il loro presidente è contestato quanto il “nostro”, e da almeno un paio di anni!). 

In ogni caso, anche col Cosenza noi ci saremo. Il resto? Vedremo!

Avanti Brescia sempre! 

Ultras Brescia 1911 

Brescia 24/05/2023


Comunicato: “Siamo sempre con voi!?”