“Brescia 1911 vs Foggia – Campionato 2017/2018”: resoconto
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Ringraziamo Raul Marchesin e Roberto Pitozzi per le foto dal campo
Brescia 1911 vs Foggia 2017/2018 – Resoconto
Prima di pubblicare questo resoconto abbiamo voluto aspettare una settimana.
Tanto ci è servito per smaltire la rabbia e l’incredulità per l’ennesimo gesto disumano dei nostri… “censurini”.
Eppure, dopo tanti anni di stadio, dovremmo essere ormai avvezzi a certa arroganza e a questo tipo di trattamento.
Purtroppo, però, ancora non riusciamo a rassegnarci di fronte a tanta ignoranza e ipocrisia.
Per questo, finché potremo, combatteremo!
Di cosa (o di chi) hanno paura lo Stato e la Questura? – Sabato 23 settembre, prima della partita, si è consumato un altro atto (in)comprensibile, commesso ancora una volta dagli zelanti rappresentanti del potere statale.
Non è la prima volta che il nostro gruppo diviene vittima di discriminazioni e soprusi, ma mai come in questo caso ci sentiamo insultati e repressi.
Sì, perché censurare lo striscione: “24/09/2005 – Verona: noi non dimentichiamo!”, oltretutto con delle motivazioni a dir poco ridicole, ci è parso non solo un insulto all’intelligenza e alla maturità dimostrate -dal mondo Ultras- durante i tanti anni di battaglie spesi per avere Giustizia, per stanare i veri colpevoli del massacro consumatosi quel giorno, e per sancire la verità, ma anche una vera e propria provocazione alla nostra pazienza e alla nostra capacità di reazione.
L’ennesimo tentativo -tipicamente italiota- di far dimenticare all’opinione pubblica le verità più scomode al potere (come se la condanna di uno striscione non autorizzato potesse cancellare i brutali pestaggi di Verona).
L’ennesimo tentativo di mettere a tacere le -loro- coscienze.
Tentativi ridicoli, naturalmente, in linea con la maggior parte dei casi in cui la vittima è un cittadino e il carnefice un rappresentante delle Istituzioni.
A differenza di tanti altri, noi sappiamo benissimo che sabato scorso non si voleva semplicemente censurare un pezzo di stoffa scritto a bomboletta, ma piuttosto tutto ciò che quello striscione rappresenta.
Questo a dimostrazione di quanto siano pesate -ai vertici dello Stato- certe battaglie e certe prese di posizione di una parte della tifoseria bresciana.
Per lo stesso motivo, è facile spiegare il perché si è dovuto pagare un prezzo così alto durante tutti questi anni dedicati alla causa; un conto che evidentemente è ancora aperto.
Oltretutto, fa sorridere un fatto: chi indossa la stessa divisa dei mattatori di Verona, oggi ha il potere -e la non coscienza- di impedire il ricordo di quelle tragiche ore, quantomeno dentro uno stadio di calcio (in questo caso il nostro).
E poiché i depistaggi, le complicità, le false testimonianze, le minacce, le pressioni, le denunce e le diffide gratuite, le provocazioni, le censure, ecc., non hanno sortito l’effetto sperato, a questo punto ci domandiamo: cos’altro possono inventarsi per metterci a tacere?
E di cos’altro può vergognarsi ancora lo Stato, e cos’altro può temere dopo che una sentenza storica -senza precedenti nel nostro mondo- ha infine scagionato pubblicamente gli Ultras, inchiodando irrimediabilmente tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine presenti quel giorno alle proprie responsabilità; dopo che ha dovuto scusarsi (sebbene in camera caritatis) con alcune vittime di quell’orrendo massacro; dopo che ha dovuto sborsare un risarcimento milionario?
Fra l’altro, bisogna sapere che i soldi del risarcimento li hanno presi -come sempre- dalle tasche dei cittadini italiani, quindi anche dalle nostre; e sebbene si pensi che mai soldi dello Stato siano stati spesi meglio, lasciateci pur dire: che cazzo!
In realtà ci sono alcune cose che lo Stato e i suoi rappresentanti più illustri dovrebbero temere.
Nessuna di queste è da ricondurre al mondo Ultras ovviamente (nemmeno certe legittime proteste, che sono sempre e comunque state pensate per ristabilire la Verità e difendere la nostra Dignità, non certo per destabilizzare l’ordine).
Una di queste, la più ingombrante, è sicuramente il delirio di onnipotenza che sempre più spesso sembra possedere le fragili menti di funzionari e “delegati” statali, che si prendono troppo sul serio e abusano regolarmente di un potere costituzionale datogli dal popolo, e non certo da Dio.
Per chiudere: dovrebbero essere proprio i “tutori della Legge” (se non altro quei pochi ancora in buona fede) a far sì che questa storia non sia mai dimenticata, magari solo per scongiurarne un’altra simile ed evitare così figuracce, risarcimenti milionari e (cosa molto più importante) altre vittime sacrificali.
Non mi rassegno… combatto e -se necessario- mi sdegno!
Tessera o non tessera: questo è il dilemma!? – Naturalmente, lasciamo a voi l’ardua sentenza.
Ci sembra però che dopo le prime partite di campionato l’atmosfera negli stadi sia cambiata notevolmente, e per la prima volta dopo tanti anni in maniera positiva.
Tifoserie al seguito sempre più numerose e sempre meglio organizzate, Curve di casa più vivaci e rumorose, stadi più partecipati, ambienti più… caldi e affascinanti.
Le novità introdotte (non a caso, sia chiaro a tutti) dal Protocollo d’Intesa sembra che stiano regalando i primi frutti (“Brescia 1911 vs Foggia” di sabato scorso ne è l’esempio più lampante).
Sebbene siano state approvate con forte ritardo (per quanto ci riguarda, sono anni che alcuni gruppi Ultras chiedono un cambio di marcia al governo del calcio), iniziano comunque a restituire un significato a uno sport destinato altrimenti al totale fallimento, sia da un punto di vista sociale, sia da un punto di vista economico (stadi deserti e abbonamenti Pay per View in fortissimo calo sono ormai il trend nazionale).
Certo ci vorrà del tempo prima che si ritorni alla normalità; e con ogni probabilità certe partite contrassegnate in passato da forti rivalità saranno comunque “boicottate” dall’Osservatorio, almeno per qualche anno ancora.
Se però non fossero state combattute certe battaglie, tutti si fossero adeguati e nessuno avesse preso posizioni forti e coerenti contro il calcio moderno, con ogni probabilità (non diciamo “di certo” solo per non sembrare troppo presuntuosi) non sarebbe cambiato nulla; anzi, agli strumenti repressivi già in vigore ne sarebbero stati aggiunti altri ancora più liberticidi (in questo la fantasia dello Stato non ha limiti, lo sanno tutti ormai).
In ogni caso, l’entusiasmo in questo momento storico è palpabile, soprattutto all’interno di quelle tifoserie che per tanti anni hanno dovuto/voluto rinunciare a uno dei momenti più importanti dell’essere Ultras/tifoso: la trasferta.
Non ci resta che continuare a lottare, cantare e… ritornare tutti in trasferta!
Mai un passo indietro!
Tamburi e megafoni: l’ennesimo ricatto? – Fra i tanti punti discussi negli ultimi anni da alcuni gruppi Ultras (fra cui il nostro) con chi di dovere, c’era proprio la reintroduzione degli strumenti del tifo.
Come per la tessera del tifoso, anche in questo caso le nostre perplessità sono state accolte e rese operative, tanto che alcuni gruppi ne hanno già potuto beneficiare.
In realtà, le nostre proposte non prevedevano l’introduzione di tamburi e megafoni previa autorizzazione, ma piuttosto con una semplicissima assunzione di responsabilità (come del resto è sempre stato in passato).
Purtroppo è prevalsa la linea più dura e ricattatoria di chi vorrebbe condizionare ancora una volta i gruppi attraverso ciò che dovrebbe essere un diritto, e non certo una concessione.
Naturalmente non è nostra intenzione aprire una polemica con chi ha fatto scelte diverse dalle nostre (ognuno deve rispondere alla propria coscienza, non certo alla nostra), ma ci sembrava corretto spiegare a chi ci segue da sempre il motivo per cui ad esempio a Parma siamo riusciti a far entrare il tamburo, mentre al Rigamonti non ce l’abbiamo fatta ancora.
In poche parole, fino a quando l’iter sarà lo stesso che ha disciplinato fino ad oggi l’introduzione degli striscioni “ufficiali” dei gruppi, il tamburo nel nostro settore non entrerà, quantomeno non per mano nostra.
Chiaro che è solo una questione di tempo, poi il tutto sarà “normalizzato”, e non servirà più alcun nullaosta dell’Osservatorio per introdurre gli strumenti del tifo, come è giusto che sia.
Nel frattempo continueremo a tifare come abbiamo sempre fatto, liberi da ogni imposizione e da ogni ricatto, consapevoli che la vera differenza -da sempre- la fanno cuore e anima.
Brescia: Amore & Dolore!
Tutti a Terni (solo se piove) – A proposito di Terni: sebbene non sia per niente facile, cercheremo di ripetere l’exploit di pochi giorni fa (trenta Ultras a Terni di martedì sera non è da tutti, sia chiaro).
Come già scritto in passato: “In questo momento storico, dover saltare una trasferta libera sarebbe per noi un grande cruccio (soprattutto dopo tutte le battaglie e le rinunce affrontate), ma non certo uno smacco, considerato che perfino gruppi molto numerosi (o addirittura intere Curve) faticano a presenziare fuori casa, almeno con numeri più che onorevoli. Non siamo in cerca di alibi, ma come abbiamo già detto e ripetuto, ci vorrà del tempo prima di ritornare a pieno regime, soprattutto con questo calcio, queste regole e questa repressione. Quindi, se non altro per quest’anno, l’obiettivo principale non sarà più quello di fare tutte le trasferte a ogni costo, piuttosto di farle con numeri dignitosi e davvero rappresentativi”.
Ribadito questo concetto, a ora non sappiamo se a Terni saremo presenti, ma ce la metteremo tutta affinché il Brescia martedì 3 ottobre abbia anche il nostro supporto, con la speranza che la partita ci regali un altro risultato positivo e magari meno… bagnato delle ultime due trasferte.
C’eravamo, ci siamo e ci saremo… tutto il resto vedremo! Avanti Ultras!
Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord
Brescia 23/09/2017
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