Federico uno di noi!
Qualche settimana fa, dopo la partita Brescia vs Empoli, a seguito di uno squallido episodio avvenuto durante una delle tantissime udienze affrontate con coraggio da Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi, nel consueto resoconto post partita denunciavamo questo:
Federico uno di noi! – Tutti gli italiani sanno ormai di vivere in un Paese irrazionale e contradditorio, per non dire altro. Può capitare quindi che, fra l’indifferenza generale, alcuni poliziotti (una trentina per l’esattezza), riescano perfino a esprimere platealmente la propria solidarietà a degli assassini conclamati (oltretutto loro colleghi, quindi con l’aggravante di indossare la divisa al momento dell’omicidio), condannati in cassazione a scontare in carcere una pena (per altro ridicola) dopo avere massacrato un povero ragazzo innocente e avere distrutto la vita dei suoi genitori.
Come tanti sanno, noi non abbiamo mai augurato il carcere a nessuno (sebbene mai come in questo caso vi siano degli assassini che se lo sono guadagnato).
Ci piacerebbe però che queste persone pagassero davvero per quanto causato, o fossero quantomeno fermate (per sempre!) nell’adempiere al proprio dovere, con quest’ultimo da non confondere -una volta per tutte- con quello del Padreterno.
Infatti, il distintivo -fino a prova contraria- non ha mai investito nessuno del potere di decidere della vita dei propri “simili”; come del resto il codice del “bravo poliziotto” non comprende l’uso del manganello al contrario e le bastonate mortali in testa (le stesse che hanno rischiato di togliere la vita a un altro ragazzo, questa volta di Brescia, solo a poche ore di distanza dall’assassinio di Federico Aldrovandi).
Forse molti di noi sono realmente prevenuti nei confronti delle Forze dell’Ordine (del resto l’esperienza vissuta allo stadio, con relativa repressione- ci ha permesso di vivere situazioni per certi versi “illuminanti”), ma una cosa è certa: la manifestazione descritta sopra, più che a esprimere solidarietà nei confronti dei propri colleghi era volta a esasperare, ferire e istigare ulteriormente gli animi degli amici e dei familiari; quindi un atto di provocazione disumana, a ulteriore dimostrazione che anche i poliziotti possono sbagliare, e non di poco.
Patrizia, Lino: non siete soli, non mollate!
Ultras Brescia 1911 Ex-Curva Nord
Brescia 01/03/2013
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