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Comunicato: “J’accuse – Lettre au Sindaco de Brescia”

“𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐦𝐚𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐟𝐚𝐬𝐞…”

Solo Brescia

ci perdoneranno lor signori per qualche licenza poetica…

<<Signor Sindaco, mi permettete, pur grato per la benevola accoglienza che un giorno mi avete fatto, di preoccuparmi per la Vostra giusta gloria e dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie?

Avete conquistato i cuori, Voi siete uscito sano e salvo da grosse calunnie.

Apparite raggiante nell’apoteosi di questa festa patriottica che l’alleanza “pasiniana” vorrebbe rappresentare per “Brescia” e per la categoria, e Vi preparate a presiedere al trionfo solenne della Vostra “Union Brescia”, che coronerà il Vostro mandato…

Ma che macchia di fango sul Vostro nome – stavo per dire sul Vostro regno – è questo abominevole affare

È finita, il Comune di Brescia ha sulla guancia questa macchia, la storia scriverà che è sotto la Vostra Presidenza che è stato commesso questo crimine sociale.

E poiché è stato osato, oserò anche io.

La verità la dirò io poiché ho promesso di dirla, se la giustizia non l’avesse stabilita, piena ed intera.

È mio dovere parlare, non voglio essere complice.

Le mie notti sarebbero ossessionate dallo spirito di un uomo innocente che espia, lontano, nella più spaventosa delle torture, un crimine che non ha commesso.

Ed è a Voi, signor Sindaco, che io griderò questa verità, con tutta la forza della mia ribellione di uomo onesto!

In nome del Vostro onore, sono convinto che la ignoriate.

E a chi dunque denuncerò l’accozzaglia dei veri colpevoli se non a Voi, il primo cittadino della mia città? >>.

Sì, appunto, a chi denunceremo i veri colpevoli?

Le parole di Émile Zola, scritte 127 anni fa, poco prima della nascita del nostro glorioso Brescia, suonano ancora potenti e sono ancora di fortissima attualità.

Inoltre, riassumono molto bene questa vicenda per certi versi grottesca, per altri drammatica.

In queste lunghe settimane, infatti, abbiamo pensato molto a quello che tanti tifosi del Brescia ritengono – proprio come lo riteniamo noi – un vero e proprio tradimento.

Per scrivere qualcosa di altrettanto potente, però, non sarebbero bastati mille anni, e non avremmo mai trovato parole migliori di queste.

Ci auguriamo che il Sindaco di Brescia e i suoi “complici” si rileggano questo testo iconico, per certi versi rivoluzionario.

Ci auguriamo soprattutto che le loro coscienze abbiano un sussulto, e li riportino sulla retta via, quella che molti tifosi biancoblù stanno cercando di percorrere, fra mille difficoltà, andando oltretutto contro poteri molto forti, che si alimentano – come sempre – con l’ignoranza e l’ignavia della gente, e godono di una propaganda servile, che nemmeno negli anni d’oro di Cellino e del buon Gino avevamo mai visto.

Per finire, così come quello di Émile Zola è da considerarsi un appello alla coscienza collettiva, alla giustizia e alla trasparenza istituzionale, una denuncia pubblica iconica, un testo politico e letterario di grande forza morale, simbolo dell’impegno civile dell’intellettuale per antonomasia, il nostro “J’accuse” vuole essere l’ultimo grido di speranza prima di vedere scomparire il nostro amato Brescia.

Perché il Brescia non deve morire!

Perché il Brescia si può ancora salvare!

Perché il Brescia siamo noi/voi, non dimenticatelo mai!

Avanti Brescia sempre!

Ultras Brescia 1911

Brescia 08/08/2025